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lunedì 25 ottobre 2010

Sì, LO VOGLIO..

Alzi la mano chi non abbia mai sognato, immaginato, fantasticato, anche se solo da piccola, solo una volta, solo un momentino, al matrimonio.
Anzi, rettifico, all'abito bianco.
Credo che pochissime donne al mondo non abbiano mai, ma proprio mai, pensato di indossare la sottogonna su cui far calzare uno svolazzante abito bianco di seta, tulle, satin o raso, giocando a spostare delicatamente il peso dalla gamba destra alla sinistra per sentire il candido fruscio dello strascico che tiene il ritmo dei tuoi movimenti e poi, nel giorno del sì, quello della marcia nuziale.
Perché se il matrimonio in Chiesa inizia ad avere meno fans a scapito della più sobria ed economica celebrazione avanti ad un Ufficiale di Stato civile, non si può dire lo stesso della passione per l'abito da sposa, che continua a rimanere una tradizione, abbandonato solamente da chi ha alle spalle altri matrimoni.
Dalla due giorni della Bologna-Sì-Sposa, fiera dedicata al giorno delle nozze, alla sua prima edizione, possiamo ricavare che sposarsi piace ancora, magari in modo più semplice e meno stressante, e che il vestito da sposa continua a rappresentare il sogno di tutte.
I nubendi di oggi rinunciano alla grande cerimonia in Chiesa, che implica la vendita di un rene per l'addobbo floreale e il dover prenotare 5 anni prima (oltre alla mancetta per il prete); snobbano i grandi rinfreschi preferendone uno più intimo presso l'abitazione di lei, dove si radunano tutti gli invitati per accantonare i regali, ingozzarsi prima della cerimonia e lanciare urletti isterici se si riesce a vedere l'ombra della sposa che, generalmente, viene blindata in una camera come Fiona nella torre, e ah, il drago, al giorno d'oggi, è sostituito da un animale mooolto più pericoloso: il fotografo; scelgono con più senso critico e civile la bomboniera, evitando di regalare l'ennesimo porta-foto, porta caramelle, porta cenere, o qualsiasi altro oggetto avente forma cava destinato alla polvere (sempre più spesso ci si rivolge all'equo e solidale); non rompono più il salvadanaio a forma di porcellino per noleggiare l'ultimo modello di limo fiammante, bensì, si arriva con una più salutare e simpatica bicicletta (in ogni caso, se vi fa di fare gli sboroni, il noleggio di una Ferrari costa sui 500 € al giorno); affidano ai testimoni l'acquisto delle fedi, di cui c'è una varietà infinita: d'oro giallo, bianco, rosa, di platino, di titanio, lisce, intarsiate, con iscrizioni di nomi, date, numero di cellulare del/la spogliarellista incontrata all'addio al nubilato/celibato. Oggi molti scelgono la fede con inciso il nome di lui, per la fede di lei, e di lei, per la fede di lui, che è tipo farsi un tatuaggio col nome del futuro consorte, opzione da vagliare attentamente direi.
Il risparmio che deriva da queste scelte viene spesso investito nella luna di miele oppure in quello che è il pezzo forte del matrimonio.
Sapete qual'è la domanda che si fa sempre a chi è stato ad un matrimonio??
“che tipo di fiori c'erano in chiesa?”no, mai, non gliene frega a nessuno.
“con cosa è arrivata la sposa??”difficile
“quanto ha pianto la madre di lui??” solo se arrivano i pompieri..
la domanda, cari i miei Neo, è la seguente “come era vestita la sposa??”.
Se la rivolgi ad un uomo (eterosessuale) la risposta sarà la seguente: di bianco.
Se invece la rivolgi ad una donna aspettati di passare la successiva mezz'ora nell'analisi dettagliata di ogni piega e risvolto del suddetto vestito.
Scelto l'abito si è già a metà dell'opera, e per venire incontro anche alle giovani spose che non possono permettersi di spendere cifre esorbitanti, anche in Italia si sta sviluppando il servizio di noleggio che diversi atelier hanno già iniziato a proporre.
A meringa o a sirena, semplice o decorato, bianco o colorato, con velo o con l'acconciatura, insomma ce n'è per tutti i gusti: il trend di quest'anno poi vede un ritorno ai modelli retrò accompagnati da acconciature in stile anni '20.
ricordate: forse un uomo no, ma c'è un vestito da sposa perfetto per ciascuna di voi!!