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mercoledì 23 ottobre 2013

A.A.A. PRATICANTE COI SUPER POTERI CERCASI PARTE 3

SOTTOTITOLO:  LA RIVINCITA DELLE BIONDE.
O almeno si spera...

Carissime queens, quanto tempo.
Sono tornata perchè dò sempre un occhio agli annunci degli Studi Legali alla ricerca di praticanti / neoavvocati coi super poteri.
E in questa terza parte (cliccate qui per la parte 1 e la parte 2) ci concentriamo, non tanto sulle richieste bizzarre di collaborazione, quanto su quelle definitivamente contrarie alla legge.
Infatti, se non lo sapete lo scoprite ora, in Italia è in vigore una legge, L. 903/77 (per chi non è pratico dell'abbreviazione giuridica si intende la Legge numero 903 emessa nell'anno 1977) intitolata "PARITA' DI TRATTAMENTO TRA UOMINI E DONNE IN MATERIA DI LAVORO".
L'articolo 1 di questa legge espressamente stabilisce che:

"E' vietata qualsiasi discriminazione fondata sul sesso per quanto riguarda l'accesso al lavoro indipendentemente dalle modalità di assunzione e qualunque sia il settore o il ramo di attività, a tutti i livelli della gerarchia professionale.
La discriminazione di cui al comma precedente è vietata anche se attuata:

1) attraverso il riferimento allo stato matrimoniale o di famiglia o di gravidanza;
2) in modo indiretto, attraverso meccanismi di preselezione ovvero a mezzo stampa o con qualsiasi altra forma pubblicitaria che indichi come requisito professionale l'appartenenza all'uno o all'altro sesso.
Il divieto di cui ai commi precedenti si applica anche alle iniziative in materia di orientamento, formazione, perfezionamento e aggiornamento professionale, per quanto concerne sia l'accesso sia i contenuti.
Eventuali deroghe alle disposizioni che precedono sono ammesse soltanto per mansioni di lavoro particolarmente pesanti individuate attraverso la contrattazione collettiva.
Non costituisce discriminazione condizionare all'appartenenza ad un determinato sesso l'assunzione in attività della moda, dell'arte e dello spettacolo, quando ciò sia essenziale alla natura del lavoro o della prestazione."
E' ovvio che l'esistenza di tale legge non significa assolutamente che nel Bel Paese ci sia una reale, effettiva ed oggettiva parità dei sessi nell'ambito del lavoro (come, peraltro, in qualsiasi altro ambito).
Si pensi che l'articolo 2 di questa legge vorrebbe che "La lavoratrice ha diritto alla stessa retribuzione del lavoratore quando le prestazioni richieste siano uguali o di pari valore."
buuauahahahhahahhahahhahaauuuuuu...
ohi,ohi,ohi,ohi...
che risate
Tornando a noi e al significato attribuibile all'articolo 1.
Per non saper nè leggere, nè scrivere direi che questa legge è applicabile anche nell'ambito degli annunci volti a cercare personale per gli Studi Professionali.
E, a maggior ragione, un studio legale dovrebbe sapere dell'esistenza di questa norma.
I seguenti studi, nei loro annunci, sembrano, invece, non tenerne minimamente di conto:

"Lo studio si occupa prevalentemente di diritto commerciale e societario e cerca una praticante di sesso femminile. Si prega di inviare il curriculum esclusivamente tramite email insieme ad una lettera di presentazione. Grazie".

e ancora:

"Lo Studio valuta neolaureata seriamente interessata allo svolgimento della pratica forense in materia civile"

e ancora

 "Lo Studio ___ ricerca ESCLUSIVAMENTE per il proprio dipartimento di RECUPERO DEL CREDITO una praticante, con almeno un anno di esperienza nel settore"

e poi:

"Lo Studio cerca praticante NEOLAUREATA (sessione di laurea  2013) per inserimento nel proprio organico a lungo termine. Pratica prevalentemente stragiudiziale. Requisiti: - ottima lingua inglese parlata e scritta; - disponibilità a orari lunghi; - dedizione allo studio e al lavoro; - forte motivazione a investire tempo ed energia per imparare la professione di avvocato"

Questo studio cerca proprio Wonder Woman!!!

E ancora:

"neolaureata disposta sin da subito a svolgere full time e con forte motivazione, una pratica effettiva in materie anche collegate con il diritto di famiglia, la tutela delle donne e dei minori."

Insomma, in questi annunci manca solo la richiesta di bella presenza...

Capisco che la donna al lavoro è molto migliore di un uomo, ma temo che gli studi legali sopra indicati cerchino prevalentemente figure femminili per motivi diversi dalla immensa superiorità della donna rispetto ad un uomo, in particolare per:
- la maggiore "resistenza" nella sopportazione di un capo stronzo;
- la maggiore produttività nonostante uno stipendio generalmente più basso rispetto a quello che verrebbe dato ad un uomo nella stessa posizione.

 Se anche voi volete segnalarmi le vostre storie di quotidiano/a maltrattamento/abuso/ prevaricazione in uno studio legale, sarò felice di raccoglierle e di pubblicarle.
Stay tuned.