Blogger news

lunedì 8 aprile 2013

TALE PADRE...

Tale figlio.
E' una considerazione che ho fatto dopo aver saputo che Blackie Dammet ha scritto un libro sulla sua vita dannata, infarcendolo, tra le altre cose, di aneddoti riguardanti il figlio.
Blakie Dammet è un nome d'arte, che  la maggior parte di voi probabilmente non conosce perchè non ha raggiunto quel successo mondiale che ha invece investito il figlio.
Sto parlando di John Kiedis, ossia il padre di Anthony Kiedis, il front man dei Red Hot Chili Peppers.
John Kiedis è una sorta di Vasco made in USA, non ugualmente famoso, ma uno che ha condotto una vita spericolata e all'alba dei suoi primi 74 anni ha deciso di regalare al  mondo il racconto di com'era la L.A. degli anni passati, potremmo anche dire del secolo scorso, e di come ci ha cresciuto suo figlio.
A distanza di anni dalla fatica letteraria di Anthony Kiedis, Scar Tissue, arriva, per ora in formato e-book, il romanzo storico del padre.
E quale titolo può mai aver scelto per la sua opera prima un damerino degli anni sessanta/settanta, con una carriera d'attore molto sfocata, che diventa pusher della hollywood bene e con una lista di amiche comparabile solo con quella del figlio?
LORD OF THE SUNSET STRIP (che a differenza di quello che state pensando non è altro che il nome attribuito ad un settore del Sunset Blv)
Un titolo che fa l'occhiolino ad uno dei libri più venduti di sempre, The Lord of the Rings, ma che per assonanza fa pensare alla rivista più amata dagli adolescenti maschi, Playboy.
Uno strano mix per un memoriale che ha tutta l'aria di ricalcare alla perfezione il clichè del "droga, sesso e rock'n roll", cioè strano è l'uso indiscriminato di una parte del titolo dell'opera monumentale di Tolkien...
La copertina ruffiana mostra in primo piano una foto di un giovanissimo Anthony Kiedis fianco a fianco col padre dal quale sembra essersi riprodotto per gemmazione.
Questa scelta mi ha fatto pensare che il paparino vuole mettersi via la pensione sfruttando la celebrità del figlio, ma non avendo ancora letto tutto il libro non ne ho la riprova.
Ciò che posso dire invece è che dal primo capitolo sembrerebbe che John Kiedis, a differenza del figlio, abbia un raro e apprezzabile dono: la sintesi.
Non sta lì a raccontartela, ma va direttamente al punto, se G ancora meglio.
Si spera pertanto di non dover leggere altre 453 pagine scritte senza l'uso del thesaurus in cui Anthony si alza, va a pisciare, esce, si reca nella downtown, si droga, gli passa, si rifà, accidentalmente canta, si fa ancora, tromba, questo copiato e incollato per 365 giorni a loro volta moltiplicati per circa 40 anni.
Anche se i Red Hot sono una delle mie band preferite, ed ho una cotta per Anthony sin dagli anni '90 aspettatevi una recensione critica e non abbagliata dai muscoli e tatuaggi del mio bel beniamino.
Stay tuned!!






0 commenti:

Posta un commento